Pensiero sulle letture del 18 marzo
Prima Lettura
Dal libro del Deuteronòmio (Dt 4,1.5-9)
Mosè parlò al popolo e disse:
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?
Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».
Salmo Responsoriale
Sal 147
Celebra il Signore, Gerusalemme
Gelebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Scorrendo per esteso le pagine dei Vangeli può accaderci di non comprendere bene quale sia la posizione di Gesù nei confronti della Legge, considerata sacra dal popolo d’Israele perché ricevuta direttamente da Dio. A volte infatti, come nel brano odierno, Gesù afferma la validità della Legge nella sua interezza, ma in altre circostanze, ad esempio nei confronti del rispetto del sabato che pure appartiene al cuore della Legge in quanto contenuta nel decalogo, sembra ritenere che si possa eludere. La contraddizione è però solo apparente. Il problema che pone Gesù non è sulla legge in se’ ma sul modo d’interpretarla. La convinzione che per rispettarla basti applicarla alla lettera, non è quella di Gesù. Piuttosto che la lettera, della Legge va rispettato lo spirito, il motivo profondo che la sottintende, che per Lui è l’amore di Dio per gli uomini. Il problema quindi è la sintonia e la conoscenza esatta del volere di Dio del quale la legge è un’indicazione. Prendendo come esempio proprio la questione del sabato, che in alcune circostanze è stato per lui motivo di grave contrasto con i capi del popolo, Gesù ha pronunciato la famosa frase: ” Il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato “, intendendo dire che il rispetto per il sabato è da intendersi come momento di preghiera, di memoria per ricordare e rinsaldare le proprie origini e l’importanza del rapporto con Dio; esattamente il significato che deve avere la domenica per il cristiano . Se, invece che un mezzo per ritrovare la propria identità e i motivi profondi del proprio esistere, diventa strumento d’oppressione, l’applicazione minimalista di un comandamento produce l’effetto opposto a quello per cui è stato concepito.
Il rischio è anche quello di non comprenderne la pienezza del significato, come appunto sottolinea Gesù riferendosi a un altro comandamento del decalogo, non uccidere, che non significa soltanto non commettere materialmente un omicidio ma anche non fare del male, non dire “pazzo” ad un fratello, perché alla base di entrambe le azioni c’è la stessa radice, che può essere l’odio, l’invidia o motivi d’interesse. A riguardo ci è maestra la storia recente che ci ha tristemente mostrato come coltivare l’odio, nel momento in cui le circostanze cambiano, può produrre violenza, come accaduto recentemente in Bosnia e in Ruanda a motivo dell’odio etnico. Ma anche senza arrivare a queste estreme conclusioni, è sempre segno di mancanza d’amore. Gesù sostiene di essere venuto non ad abolire ma a compiere la legge, a togliere quel velo che San Paolo sosteneva oscurare gli occhi del suo popolo impedendo così loro di coglierne il significato per intero e conoscere il vero volto di Dio. Per questo motivo, il comandamento nuovo che Gesù ci dona: “ama Dio con tutto il tuo essere e il prossimo tuo come te stesso” è l’unico veramente importante perché alla base di tutti gli altri. Ritengo che questo insegnamento sia fondamentale anche per noi per vivere al meglio non soltanto la nostra fede ma anche qualsiasi momento della nostra vita.
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