SABATO SANTO

INTRODUZIONE ALLA GIORNATA

Il Sabato Santo è stato anche definito “il giorno più lungo”, perché giorno dell’assenza, del vuoto e dell’attesa; un tempo che a volte ritroviamo anche nella nostra vita.
Il Sabato Santo è il giorno della “crisi” della Parola: i Vangeli stessi non ci raccontano nulla.
Ciascuno di noi è invitato a fare memoria di tutte quelle situazioni davanti a cui sperimenta il proprio limite e la propria impotenza. Il Sabato Santo sono tutti quei giorni in cui la nostra fede è provata. Nella tradizione della Chiesa il Sabato Santo si medita anche il mistero della discesa di Gesù agli inferi.

Proponiamo, per quanto possibile, di vivere questa giornata con uno stile silenzioso, di meditazione e preghiera personale più accentuato.

Per “abitare” questo silenzio del sabato santo, ciascuno membro della famiglia potrebbe scrivere, sul foglio preparato nell’«angolo della preghiera», le cose che “mette nel sepolcro” (situazioni, aspetti di sé, persone..) e che vorrebbe fossero raggiunte da Gesù Risorto.

Di seguito trovate un testo che ci può accompagnare in questa giornata.

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo».
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

 

IL RACCONTO DELLA STORIA DELLA SALVEZZA CHE CI DÀ LA VITA

Apparecchiamo con cura la tavola, ponendo qualche segno di festa.
LA PREGHIERA DI STASERA È UN GRANDE RACCONTO.
È bene che tutti abbiano il testo sotto.
Possiamo pregare a tavola, pronti per la cena.

Un adulto accende la candela e il più giovane fa la domanda:

Perché questa notte è più importante di tutte le altre notti?
Perché facciamo festa?

Un adulto inizia il racconto e tutti rispondono con le acclamazioni che ci aiutano a fissare alcune cose nel cuore. Faremo memoria della Pasqua:

Tanti e tanti anni fa, i nostri padri erano schiavi in Egitto.
Il Faraone e gli egiziani li opprimevano con duri lavori per farli morire.

Tutti: ESSI GRIDARONO AL SIGNORE

e il grido del loro pianto giunse al suo orecchio
Il Signore ascoltò la loro voce, vide la loro afflizione,
si ricordò della sua alleanza, e decise di salvarli.
Il Signore mandò allora Mosè, suo servo, dal Faraone a dirgli:

Tutti: LASCIA ANDARE LIBERO IL MIO POPOLO

Ma il re d’Egitto non volle e indurì il suo cuore, anche quando il Signore mandò terribili castighi in dieci piaghe: il sangue nelle acque del Nilo, le rane, le zanzare, i tafani, la morte del bestiame, le ulcere, la grandine, le cavallette, le tenebre

Allora il Signore disse a Mosè:
“Ancora un castigo mi resta, dopo di questo il Faraone vi lascerà andare liberi, anzi, vi spingerà a partire in fretta.

Questa notte, l’Angelo della Morte passerà in tutte le case d’Egitto e ucciderà i figli primogeniti”.
Mosè allora chiamò tutto il popolo e disse loro di prendere un agnello:
col sangue dell’agnello segnarono le porte delle loro case.
E così…

Tutti: L’ANGELO DELLA MORTE, VEDENDO IL SANGUE, PASSO’ OLTRE.

Questa notte gli ebrei mangiarono l’ultima cena in Egitto: mangiarono in fretta, in piedi, con una grande speranza nel cuore; mangiarono l’agnello arrostito, le erbe amare, il pane senza lievito e bevvero il vino.
In questa notte si levò un grido:

Tutti: USCITE DA UN PAESE DI SCHIAVITÙ!

“Il braccio potente del Signore vi ha liberato!”
Tutti i nostri padri si misero in cammino; ma il Faraone si pentì di averli lasciati andare.
Li inseguì e li raggiunse vicino al Mar Rosso:

Tutti: DAVANTI IL MARE E DIETRO IL NEMICO

La morte sembrava inevitabile.
Gridarono i nostri padri al Signore ed egli disse a Mosè:
“Non temere! Tocca col tuo bastone le acque del mare”.
Mosè ubbidì e le acque si divisero:

Tutti: SI APRI’ UNA STRADA IN MEZZO AL MARE

Tutti passarono, il piccolo e il grande, il debole e il forte, il giovane e il vecchio.
Ma quando gli egiziani li vollero seguire,
le acque si richiusero sull’esercito di Faraone e tutti annegarono.
Israele allora conobbe la potenza di Dio, credette in lui e cantò con gioia:

Tutti: GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE!

“Chi è mai simile a lui? Egli è un Dio potente e fedele, ha pietà dei suoi poveri”.
Iniziò allora il viaggio nel deserto.
Il Signore li portava come un mamma porta il suo bambino.
Grande era la promessa: una terra tutta loro, l’abbondanza e la pace.

Li guidava con una colonna di nubi, che di notte era fuoco che illuminava il cammino.
Ma la strada era dura, era difficile avere fede.

Tutti: AVEVANO FAME E SETE

Il Signore mandò loro il pane dal cielo, la manna,
che ogni mattina ricopriva la terra attorno al loro accampamento;
li dissetò con l’acqua scaturita dalla roccia.
Li condusse fino al monte Sinai, e là, di mezzo al fuoco fiammeggiante, parlò con loro.
Diede al suo popolo l’Alleanza:

Tutti: SI IMPEGNÒ AD AMARLI E A LIBERARLI.

Chiese al popolo di essergli fedele, di rispettare i suoi comandamenti.
Scrisse l’Alleanza su tavole di pietra: doveva essere un’Alleanza molto, molto solida.
Ma il popolo non tardò a tradire il Signore: Mosè era salito sul monte, ed essi si fabbricarono un vitello d’oro e dissero: “Ecco il nostro Dio!”

Tutti: QUANTA INGRATITUDINE, QUANTA STOLTEZZA!

L’ira del Signore si accese: pensò di abbandonarli, di distruggerli.

Ma il Signore è Dio, non uomo: non ama distruggere.
Dio perdonò al suo popolo e lo condusse alla buona terra che gli aveva promesso.
E gli fece una promessa ancora più grande:
“Cambierò il tuo cuore, ti renderò fedele, manderò su di te il mio Spirito,
ti darò un Re giusto e tu, popolo mio, sarai per me un figlio.”

Così si sono compiuti per noi i tempi di quella promessa:

Tutti: IL SIGNORE HA MANDATO IL SUO FIGLIO

che è nato dalla vergine Maria per opera dello Spirito Santo, e si chiama Gesù.
Ha combattuto col diavolo e l’ha vinto: gli ha tolto il regno

Tutti: E HA INSTAURATO IL REGNO DI DIO

Gesù passò fra noi facendo il bene, guarendo i malati,
ridando la vista ai ciechi, perdonando ai peccatori,
annunciando ai poveri la Buona Notizia.
Ci fece conoscere il Padre e ci insegnò a pregarlo.
Quando venne l’ora decisa dal Padre,
egli si fece obbediente fino alla morte, e alla morte di croce.
Lavò i piedi ai discepoli per lasciare loro un esempio.

Tutti: E CI AMO’ FINO A VERSARE IL SUO SANGUE PER NOI                      

Il Padre, che lo aveva consegnato per noi, lo ha risuscitato.

Tutti: EGLI E’ VIVO!

L’amore è vita e chi ama è passato dalla morte alla vita.
Per questo il Signore Gesù ha vinto la morte

Tutti: IN QUESTA NOTTE NOI CELEBRIAMO LA SUA VITTORIA!

Egli apre per noi e per tutti gli uomini una strada nuova.
Ci ha chiamato a sé e ha messo nei nostri cuori il suo Spirito Santo,
ci ha dato un cuore nuovo nel battesimo, ci nutre con il Pane della vita che è Lui stesso,
ci guida come il buon pastore verso la casa del Padre,
ha compassione delle nostre cadute e ci rialza col sacramento della confessione.

Tutti: NOI SIAMO LA SUA CHIESA!

Noi siamo la sua Chiesa, il suo popolo, la sua famiglia, il suo corpo nel mondo
Ci manda ad annunciare la sua Buona Notizia e ovunque e sempre Egli ci accompagna.

 Tutti: RITORNERÀ UN GIORNO GLORIOSO A PRENDERCI CON SÉ

e, se dobbiamo aspettarlo, non temiamo.
Se anche moriremo, sappiamo che ci addormenteremo in Lui e Lui ci risveglierà,
per essere sempre con Lui e con il Padre nell’unità dello Spirito Santo.

 Tutti concludono:
PER QUESTO NOI TI RINGRAZIAMO,
LODIAMO, BENEDICIAMO E CANTIAMO
ALLELUIA AL PADRE E AL FIGLIO
E ALLO SPIRITO SANTO,
A DIO CHE REGNA NEI SECOLI DEI SECOLI.   
AMEN

A questo punto, un adulto recita la benedizione sulla mensa e i commensali:

Guida: Signore risorto, che sei apparso vivente in mezzo ai tuoi mentre erano a tavola, vieni in mezzo a noi in questa notte nella quale celebriamo la tua vittoria sulla morte e donaci la pace, affinché unanimi prendiamo cibo nella lode di Dio, benedetto nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen

Si prosegue con la cena.

Alla fine della cena, si può ascoltare il canto del “SALMO 114” ( ascolta )

Quando Israele uscì dall’Egitto
La casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
Giuda divenne il Suo Santuario,
Israele il suo dominio.

Il mare vide e si ritrasse
il Giordano si volse indietro,
i monti saltellaron come arieti,
le colline come agnelli di un gregge.

Che hai tu mare per fuggire?
E tu Giordano perché torni indietro?
Voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge?

Trema o terra davanti al Signore,
Davanti al Dio di Giacobbe,
che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti di acqua….

Per chi desidera seguire la Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo Massimo, sarà trasmessa alle 21.00 su Telereggio o Teletricolore

 

Scarica la traccia del Sabato Santo

 

Canto del Salmo 114