Pensiero sulle letture del 2 giugno
Prima Lettura
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo (2Pt 3,11b-15a.17-18)
Carissimi, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.
Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza.
Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti: state bene attenti a non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore dei malvagi. Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione
Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Vangelo
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perchè non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
Gli anni della nostra passano presto e noi voliamo via…
Nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa…
La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza…
Crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore.
Ecco in questa ripresa del tempo ordinario troviamo l’invito a vivere bene il tempo, che è dono di Dio, spazio della sua pazienza e occasione di crescita e di salvezza per noi.
A questo proposito Gesù accoglie con pazienza anche una falsa domanda, come quella che gli pongono, trasformandola, senza perdere tempo, in strumento di crescita per i suoi provocatori.
Con una semplicità disarmante afferma che le cose sono di colui del quale portano l’immagine… come se tutti i vestiti di Armani fossero del Signor Giorgio. Sembra un ragionamento da bambini, che certo non risolve il problema delle tasse, eppure permette a Gesù di passare ad un livello ben più profondo: il tema dell’immagine.
La domanda vera infatti non è “Che cosa è lecito?”, ma piuttosto “Tu di chi sei? A chi vuoi assomigliare? Di chi porti l’immagine?” Una volta che hai risposto a queste domande, agisci secondo la scelta che ti porta ad appartenere o ad assomigliare di più a colui a cui appartieni. Se pagare il tributo a Cesare ti aiuta a disseppellire l’immagine di Dio in te, allora pagale, se non ti aiuta, lascia stare… e questo è il criterio che vale per tutto.
Rimane però il compito di purificare le immagini che noi ci siamo fatti di Dio, ma proprio per questo ascoltiamo la Parola.
Crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore.
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