Lettera agli adulti
Io ti dico “Alzati!” (Mc 5,41)
Ciao,
anzitutto saluto le persone con le quali non ci si è visti spesso in questo periodo. Spero stiate bene.
Nella consapevolezza della particolarità del momento che stiamo vivendo (e al tempo stesso proprio per questo) vorrei farvi una proposta per leggere con l’aiuto della Parola il nostro cammino personale e comunitario nella fede e per venire incontro al desiderio di rivedersi.
Il prossimo anno liturgico sarà accompagnato dal Vangelo di Marco. Questa estate ho ritrovato un libro che il nostro don Gabriele Burani aveva scritto qualche tempo fa dal titolo: “Gesù incontra gli ammalati nel Vangelo di Marco”… immagina un Gesù in visita ai reparti di un ospedale: geriatria (la suocera di Simone), ortopedia (il paralitico), neurologia (l’uomo dalla mano inaridita), pediatria (la figlia di Giàiro), ecc… Mi è sembrato interessante come itinerario!
Ogni miracolo che riguarda il corpo e ogni episodio di guarigione rimanda oltre se stesso e ha una valenza simbolica: ha sempre un risvolto psicologico (noi siamo infatti il nostro corpo) ed è specchio di un problema spirituale. Come scrive don Gabriele, nei miracoli si compie il percorso di liberazione per farci uomini nuovi. I miracoli di guarigione ricostituiscono la persona, costruiscono il discepolo e non sono da leggere solo in senso fisico, ma esistenziale e spirituale.
Il discepolo dovrebbe essere colui che vede, sente, tocca, agisce sempre meglio. La vita adulta e in particolare la vita cristiana può essere pensata come percorso di guarigione, di ri-creazione dei sensi e delle facoltà… potremmo leggere questi testi come racconti pasquali di resurrezione (ecco il senso del titolo). Non è forse questo il fine della nostra vita?
Come abbiamo già visto altre volte la fragilità, l’incontro con il limite, la sofferenza propria e degli altri fanno parte dell’esperienza della vita adulta. Queste cose non coincidono però con l’aridità o l’assenza di speranza, anzi, a volte diventano luoghi di crescita e bellissime pagine di Vangelo.
I giorni |
Gli incontri di Gesù |
24 ottobre21 novembre9 gennaio13 febbraio20 marzo24 aprile |
la guarigione della suocera di Pietro (1,29-31)la guarigione dell’uomo dalla mano inaridita (3,1-6)la resurrezione della figlia di Giairo (5,21-24.35-43)la guarigione dell’emoroissa (5,24b-34)la guarigione del sordomuto (7,31-37)la guarigione del cieco di Gerico (10,46-52) |
Come vedete incontreremo le storie di donne e di uomini, in diversi luoghi della loro vita quotidiana (la casa, la sinagoga, la strada…). Toccheremo temi diversi: l’anzianità, il lavoro, la genitorialità, l’essere donna, l’ascoltare e il vedere, la fragilità e la prossimità… Centrale sarà il tema della fede e del discepolato.
In queste narrazioni c’è sempre un contorno: questi ammalati non sono soli, ma abitano un contesto, ci sono i discepoli o la folla che giocano ruoli diversi (intercedono, incoraggiano, guardano, contestano, impediscono, ostacolano…); questo ci apre anche ad una lettura ecclesiale e missionaria. Che Chiesa siamo e come rendiamo attuale l’azione del Signore?
Spero di avervi un po’ incuriosito e anche di preparare questi appuntamenti con chi di voi sarà disponibile.
Gli incontri probabilmente si svolgeranno in Chiesa in S. Teresa per poter osservare il distanziamento. Ovviamente ci impegneremo a rispettare le misure che questo tempo ci richiede, ma mi sembrava inopportuno non fare nulla. Credo infatti che una comunità non debba rinunciare ad accompagnare nella fede anche gli adulti… poi, stando alla realtà, faremo quello che si può.
Per fortuna esistono tanti luoghi dove possiamo nutrirci. Ne ricordo alcuni: anzitutto l’Eucarestia domenicale, poi la Messa feriale, la preghiera personale, la confessione o l’accompagnamento spirituale, la possibilità di pregare sulle letture della domenica nei Gruppi della visitazione, il servizio di annuncio, di carità o di cura della liturgia fatto con dedizione e in comunione con altri… e poi c’è soprattutto la vita quotidiana, con le sue relazioni, le responsabilità e le chiamate ad amare, che però spesso hanno bisogno di ritrovare la direzione, di custodire un senso, di ritrovare speranza… e, a volte, hanno bisogno di guarigione. Ecco il senso di questa proposta.
Scusate la lunghezza, speriamo di vederci presto e che questo cammino porti frutto.
Sentitevi sempre comunque tutti invitati, ogni incontro non suppone gli altri.
Un caro saluto e un abbraccio
Don Paolo