CAMPEGGIO 2° Media
BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
– Sabato 25 giugno un bel gruppo di 56 ragazzi e ragazze di 2° media insieme a don Paolo, a dieci educatori e ad alcuni adulti sono partiti alla volta di Pozza di Fassa.
Un’occasione importante per conoscersi, per fare amicizia, per crescere sia umanamente che nella fede. Un’opportunità preziosa, che in un clima di svago e divertimento ci aiuterà a sperimentare il bello dello stare insieme e del condividere. Giorni per scoprire la presenza di Dio nella bellezza del Creato e sul volto degli amici.
Abbiamo scelto come storia guida del campo il libro di Alessandro D’Avenia “Bianca come il latte e rossa come il sangue” e il relativo film, che ci aiuterà a riflettere sui temi dell’amicizia, dell’amore, sui nostri sogni e sul rapporto con Dio…
Buon campeggio a TUTTI !!
Noi siamo diversi dagli animali, loro fanno solo quello che la loro natura comanda. Noi invece siamo liberi. È il più grande dono che abbiamo ricevuto. Grazie alla libertà possiamo diventare qualcosa di diverso da quello che siamo. La libertà ci consente di sognare e i sogni sono il sangue della nostra vita, anche se spesso costano un lungo viaggio e qualche bastonata. “Non rinunciare mai ai tuoi sogni! Non avere paura di sognare, anche se gli altri ti ridono dietro, rinunceresti ad essere te stesso”. I sogni veri si costruiscono con gli ostacoli. Altrimenti non si trasformano in progetti, ma restano sogni. La differenza tra un sogno e un progetto è proprio questa: le bastonate. I sogni non sono già, si rivelano a poco a poco, magari in modo diverso da come li avevamo sognati.
Io che di fronte agli errori vorrei che la vita avesse il tasto rewind. Invece la vita non ha quel tasto. La vita va avanti comunque, e suona che tu lo voglia o no, puoi solo alzare o abbassare il volume. E devi ballare. Meglio che puoi. Però in qualche modo adesso ne ho meno paura. I miei pensieri sono interrotti dal Sognatore. “tutti abbiamo qualcosa di cui vergognarci. Tutti siamo scappati, Leo. Ma questo ci rende uomini. Solo quando abbiamo tatuato sulla faccia qualcosa di cui ci vergogniamo cominciamo ad avere una faccia reale.”
La maturità non si vede nel voler morire per una nobile causa, ma nel voler vivere umilmente per essa. Rendila felice.
– Gita alla Roda di Vael
Se Lui è onnipotente, onnitutto perché mi ha fatto questo? Perché mi ha voluto far soffrire e fa soffrire altri come me che non hanno fatto niente di male? Altro che figlio prediletto. Io Dio proprio non lo capisco. Ma che razza di Dio sei se c’è il male? Gandalf mi dice che ho ragione, ribadisce che anche Gesù che era figlio di Dio, si è sentito abbandonato da suo padre e glielo ha gridato nel momento della morte. Se uno volesse inventarsi un Dio forte lo farebbe senza problemi, non immaginerebbe un Dio debole e che per di più si sente abbandonato dal padre nel momento della morte. […] Leo al dolore non c’è una risposta convincente. Però da quando Cristo è morto sulla croce per noi c’è un senso. Un senso c’è….Dare la vita per i propri amici non c’è amore più grande di questo.
Il dolore mi costringe a chiudere le palpebre, a nascondere gli occhi. Ho sempre pensato che avrei divorato il mondo con i miei occhi, come api si sarebbero posati su tutte le cose per distillarne la bellezza. Ma la malattia mi costringe a chiudere gli occhi: per il dolore, per la stanchezza. Solo a poco a poco ho scoperto che a occhi chiusi vedevo di più, che sotto le palpebre chiuse tutta la bellezza sei tu, Dio. Se tu che mi fai chiudere gli occhi è perché io stia più attenta quando li riapro.” Tutto l’amore che ho sentito intorno a me in questi mesi mi ha cambiata, mi ha fatto toccare Dio. A poco a poco sto smettendo di avere paura, di piangere, perché credo che chiuderò gli occhi e mi risveglierò vicino a lui e non soffrirò più.
Caro Dio oggi è Leo che ti scrive, perché io non ci riesco. Ma anche se mi sento così debole voglio dirti che non ho paura, perché so che mi prenderai tra le tue braccia e mi cullerai come una bambina appena nata. Le medicine non mi hanno guarita, ma io sono felice. Sono felice perché ho un segreto con te: il segreto per guardarti, il segreto per toccarti. Caro Dio, se mi tieni abbracciata la morte non mi fa più paura.
– Auguri a Riccardo !!
Silvia è una con cui parli di tutto. Io le voglio un sacco di bene e spesso la abbraccio. Ma lo faccio perché lei è contenta, e anche io. Però non è il mio tipo. Cioè è una giusta: con lei puoi parlare di tutto e ti sa ascoltare e ti sa dare dei consigli. Però le manca quel tocco in più: la magia, l’incantesimo. Quello che ha Beatrice. Non ha i capelli rossi di Beatrice. Beatrice con uno sguardo ti fa sognare. Beatrice è rossa. Silvia è azzurra, come tutti gli amici veri. Il supplente invece è solo una macchiolina nera in una giornata incredibilmente bianca.
Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno è guardare gli occhi come parte del volto. L’altro è guardare gli occhi e basta, come se fossero il volto. È una di quelle cose che mettono paura quando le fai. Perché gli occhi sono la vita in miniatura. Bianchi intorno, come il nulla in cui galleggia la vita, l’iride colorata, come la varietà imprevedibile che la caratterizza, sino a tuffarsi nel nero della pupilla che tutto inghiotte, come un pozzo oscuro senza colore e senza fondo. Ed è lì che mi sono tuffato guardando Silvia in quel modo, nell’oceano profondo della sua vita, entrandoci dentro e lasciando entrare lei nella mia: gli occhi. Ma non ho retto lo sguardo. Invece Silvia sì. Silvia è riuscita a leggere i miei pensieri.
Una relazione è bella e funziona quando c’è ………………………..
Una relazione è bella e funziona quando si può …………………………..
Una relazione è bella e funziona quando si è capaci di …………………………
“Lì dove è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore”. Chi ha detto questa frase? [….] Gandalf (il professore di religione) ci fissa e poi dice “Gesù Cristo”. “C’è sempre la fregatura, lei proprio non può fare a meno di Gesù”. “Ti sembra che andrei in giro vestito così se potessi farne a meno?”. Sorride . “Ma che significa la frase?” “Come Gollum, che dice sempre- il mio tesssoro- Non pensa ad altro, il suo cuore è lì.” […]“Non so chi sia questo Gollum, ma se lo dici tu mi fido.” Poi continua: “Significa che quando ci sembra di non pensare a niente , in realtà noi pensiamo a quello che ci sta a cuore. L’amore è una specie di forza di gravità: invisibile e universale, come quella fisica. Inevitabilmente il nostro cuore, i nostri occhi, le nostre parole, senza che ce ne rendiamo conto vanno a finire lì, su ciò che amiamo, come la mela con la gravità”“E se non amiamo nulla?” “Impossibile. Te la immagini la Terra senza gravità? O lo spazio senza gravità? Sarebbe un continuo autoscontro. Anche chi pensa di non amare nulla ama qualcosa. E i suoi pensieri vanno lì, senza che se ne renda conto. Il punto non è se amiamo o no, ma cosa amiamo”. È bello lasciarsi amare
“Leo amare è un verbo non un sostantivo. Non è una cosa stabilita una volta per tutte, ma si evolve, cresce, sale, scende, si inabissa, come i fiumi nascosti nel cuore della terra, che però non interrompono mai la loro corsa verso il mare. A volte lasciano la terra secca, ma sotto nelle cavità oscure, scorrono, poi a volte risalgono e sgorgano, fecondando tutto.”
“Allora che devo fare?”
“Amare lo stesso. Puoi sempre farlo: amare è un’azione”
“Anche quando si tratta di amare chi ti ha ferito?”
“Ma questo è normale … due sono le categorie di persone che ci feriscono, Leo, quelli che ci odiano e quelli che ci amano.”
“Non capisco. Perché chi ci ama dovrebbe ferirci?”
“Perché quando c’è di mezzo l’amore le persone a volte si comportano in modo stupido. Magari sbagliano strada, ma comunque ci stanno provando … Ti devi preoccupare quando chi ti ama non ti ferisce più, perché vuole dire che ha smesso di provarci o che tu hai smesso di tenerci …”
“Arlecchino era un bambino povero. Un giorno tornò a casa triste e la mamma gli chiese perché. L’indomani era carnevale: tutti avrebbero avuto un vestito nuovo e lui non avrebbe avuto nulla da mettersi. La madre lo abbracciò e lo rassicurò. Arlecchino andò a letto rincuorato. La madre, che era una sarta, prese la sua cesta di pezze colorate, rimasugli di altri vestiti, e passò la notte a cucirle una con l’altra. L’indomani Arlecchino aveva il vestito più bello e originale. Tutti gli altri bambini erano meravigliati e gli chiedevano dove l’avesse comparto, ma lui taceva per custodire il segreto della madre, che aveva passato la notte a cucire quelle pezze colorate: bianco, rosso, blu, giallo, arancione, viola… E capì che non era povero, perché sua mamma gli voleva bene più di qualunque altra e quel vestito era la dimostrazione.” Silvia rimane in silenzio per qualche secondo. “Leonardo tu sei il più bello di tutti perché hai saputo ricevere e dare amore e non ti sei tirato indietro. E ne porti i segni addosso. “Sei tu a essere così Silvia”
Rimango a fissare il cielo in silenzio, con Silvia che incastra il viso tra la mia spalla e il collo e le dita tra le mie dita, come un puzzle perfetto. Mi sembra di vedere la mia pelle coperta di mille pezze colorate. In fondo la vita non fa altro che ritagliarti un vestito multicolore, a costo di tante notti insonni, notti di rimasugli di altre vite cucite insieme. Proprio quando siamo più poveri la vita, come una madre, sta cucendo per noi il vestito più bello.
– Gita al Passo Principe con “fuori programma” al lago d’Antermoia
“Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, avere un capello bianco… anzi il bianco non è neanche un colore. Non è niente come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica… Beatrice è rosso. Come l’amore è rosso. Tempesta. Uragano che ti spazza via. Terremoto che fa crollare il corpo a pezzi. Così mi sento ogni volta che la vedo”
……E tu che colore sei?
https://youtube.com/watch?v=2M_nEt3cfWQ%3Frel%3D0%26controls%3D0%26showinfo%3D0
– Gita al Sasso Piatto
https://youtube.com/watch?v=BAumWeEtuTU%3Frel%3D0%26controls%3D0%26showinfo%3D0
– Eccoci arrivati