Pensiero sulle letture del 28 marzo

Prima Lettura

Dal libro del profeta Geremia (Ger 11,18-20)
Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; mi ha fatto vedere i loro intrighi. E io, come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: «Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome».
Signore degli eserciti, giusto giudice, che provi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa.

Salmo Responsoriale

Sal 7
Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio

Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio:
salvami da chi mi perseguita e liberami,
perché non mi sbrani come un leone,
dilaniandomi senza che alcuno mi liberi.

Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo l’innocenza che è in me.
Cessi la cattiveria dei malvagi.
Rendi saldo il giusto,
tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto.

Il mio scudo è in Dio:
egli salva i retti di cuore.
Dio è giudice giusto,
Dio si sdegna ogni giorno.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 7,40-53)
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

 

Ogni epoca della storia ha avuto il suo insieme di credenze, i suoi punti di riferimento normativi, la sua schiera di persone considerate sagge. All’epoca in cui visse Gesù queste persone erano i sacerdoti e i farisei che la gente comune, scarsamente istruita, considerava dispensatori di verità fidandosi della loro competenza e per i sacerdoti, anche del loro ruolo religioso. Questo ci spiega perché, nel brano liturgico odierno tratto dal vangelo di Giovanni, i sommi sacerdoti e i farisei, pur non avendo neanche ascoltato personalmente i discorsi di Gesù pronunciati durante la festa dei Tabernacoli, si mostrano ostili nei suoi confronti e sordi anche solo a prendere in considerazione le sue affermazioni. Basandosi sul bagaglio delle loro conoscenze e credenze, rifiutano a priori di dargli credito malgrado egli desse notevoli prove di sapienza eccelsa e di capacità sopra la norma. La loro convinzione di essere gli unici depositari della verità rivelata e interpreti privilegiati della Legge, unitamente al disprezzo nei confronti degli altri, considerati ignoranti della legge e di conseguenza peccatori, gli impedisce di prendere in considerazione qualsiasi suggerimento. Sarà proprio questa cecità che, all’epilogo della vicenda terrena di Gesù, li porterà a condannarlo alla crocifissione, considerandolo un eretico e un bestemmiatore in quanto non corrispondente alle loro aspettative.
Se è vero che la storia non è mai ciclica ma piuttosto lineare e non si ripete mai perfettamente nella stessa maniera, è anche vero che dalla storia si possono acquisire esperienze che ci impediscano di ripetere errori simili. La nostra epoca contemporanea considera ormai obsoleta la religiosità, tuttalpiù tollerata come scelta personale, e il ruolo di guida su ciò che è giusto e dell’etica del comportamento è assegnato alla scienza e alla tecnica. I nuovi sacerdoti e farisei sono oggi gli scienziati e i tecnici e a loro è attribuito il ruolo di stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Così accade anche oggi che una scelta di vita che, pur non negando la positività delle conquiste di conoscenza della razionalità umana, si ispiri a criteri basati sul cristianesimo, venga considerata sbagliata perché non corrispondente alla modalità dominante di impostare la propria vita. Questo si nota specialmente quando le proprie scelte si incrociano con temi delicati come il diritto alla vita, la sessualità, la famiglia; i detentori della conoscenza diventano per questo anche gli unici dispensatori di comportamenti e le ragioni di chi su questi temi ha una differente visuale vengono etichettate come irrazionali e di conseguenza non degne di essere prese in considerazione. Ma questo non si verifica solo relativamente ai temi sensibili ma anche riguardo l’ordinario stile di vita personale e familiare. E’ triste constatare che passano i secoli, cambiano le culture e le visuali sul mondo ma per la fede cristiana il problema continua ad essere quello di non essere ascoltata per le sue ragioni più profonde e non presa in considerazione per il contributo positivo che anche oggi può dare alla realizzazione di un umanesimo più equilibrato e più preparato ad affrontare le grandi sfide che ci attendono.

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