GIOVEDÌ SANTO

“HO TANTO DESIDERATO MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI”

MATERIALE OCCORRENTE:
Bibbia o Vangelo
Candela
crocifisso
foglio e biro
catino e brocca di acqua
spugna
asciugamano
tavola pronta per la cena
pane per due giorni (meglio se preparato in casa)

Se è già stato preparato l’«angolo della preghiera» nella Domenica delle Palme, si aggiunge un catino e una brocca d’acqua con l’asciugamano e la spugna. Se no si possono predisporre queste cose. Quando tutti sono presenti e si è pronti, si accende la candela.

Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.

Guida: in comunione con tutta la Chiesa riunita nelle case, iniziamo il Triduo della Pasqua: è la festa delle feste! Questa candela accesa è il segno della presenza di Gesù nella nostra casa. Anche oggi Egli desidera liberarci dal male, dalla paura e dalla divisione. Rendiamogli grazie con le nostre voci!

Lettore: Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. (Lc 22,14-16)

Ti ringraziamo Signore per essere qui alla tua presenza.
Rispondiamo insieme: Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi.
Ti ringraziamo delle persone che sentiamo vicine in questo momento. R.
Ti affidiamo quelle che non possiamo vedere. R.
Ti ringraziamo dei segni di affetto e di attenzione che abbiamo ricevuto. R.

Ciascuno può aggiungere altre preghiere.

 

INVOCAZIONE DI SALVEZZA

Guida: Ora, vogliamo ricordare il comando che hai dato al tuo popolo nella notte della liberazione dall’Egitto, quando hai chiesto di segnare con il sangue dell’agnello gli stipiti delle porte di casa: era per loro un segno di adesione a te e invocazione di salvezza. Anche la nostra comunità, stasera riunita nelle case, attende salvezza da un male invisibile che riguarda i nostri affetti e legami fraterni.
Pensiamo anche alle porte chiuse di fronte alle attese dei poveri, pensiamo alla nostra attesa di poter di nuovo uscire.

Una persona con una spugna bagnata lava gli stipiti della porta di casa, possiamo poi pregare il salmo (a due voci o alternando le strofe tra più lettori).

Salmo 120 (121)
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?

Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà,
non prenderà sonno,
il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.

Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli proteggerà la tua vita.

Il Signore veglierà su di te,
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

 

RINGRAZIAMENTO SUL PASTO

Ci si mette a tavola. Chi guida prende il pane, lo spezza e lo posa al centro della tavola, poi pronuncia questa preghiera di benedizione:

Guida: Benedetto sei Tu, o Signore nostro Dio, che in questa cena ci doni di entrare nelMistero della tua Pasqua. Questo pane, spezzato come segno di condivisione familiare, nutra in noi il desiderio di ritornare a celebrare l’Eucaristia, Pane vivo spezzato con i fratelli, reso dallo Spirito sacramento della tua presenza. Rafforza in noi la certezza, che come ci hai liberati dal peccato, così ci libererai dalla paura della morte. Te lo chiediamo in comunione con tutta la Chiesa, Famiglia di famiglie che in questo momento di fragilità è riunita nelle case, per Cristo nostro Signore. Amen.

Chi guida la preghiera si alza da tavola e lava i piedi degli altri membri della famiglia. Oppure ci si lava i piedi a vicenda. (in alternativa ai piedi, ci si può lavare le mani). Possiamo accompagnare il gesto ascoltando il canto“SERVIRE È REGNARE” ( Ascolta ).

SERVIRE È REGNARE
Guardiamo a te che sei maestro e Signore
chinato a terra stai ci mostri che l’amore
è cingersi il grembiule sapersi inginocchiare
ci insegni che amare è servire.

È ti vediamo poi maestro e Signore
che lavi i piedi a noi che siamo tue creature
cinto del grembiule che manto tuo regale
ci insegni che servire è regnare.

Fa che impariamo Signore da te
che più grande chi più sa servire
chi si abbassa e chi si sa piegare
perché grande è soltanto l’amore.

Lettore: Lettura del Vangelo di Giovanni (Gv 13,1-15)
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questigli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti
chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro ipiedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica».

Ascolto del commento

Padre nostro
… come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione

Guida: Preghiamo. Signore, Tu, che come a Nazareth abiti nelle nostre case, insegnaci a percepire la tua Presenza anche nel tempo della prova e ad accogliere sempre il tempo propizio della tua grazia. Benedici questa mensa e la nostra famiglia. Amen.

Possiamo leggere o ascoltare il seguente testo mentre iniziamo la cena: “ATTESA DELLA PASQUA” ( Ascolta )

Attesa della Pasqua, dell’esodo che salva,
battesimo di sangue, frumento per la terra,
incendio dell’amore…
Discepoli dubbiosi, seguiamo te, Signore:
veniamo verso Pasqua,
noi poveri d’amore.
Sei tu che ci conduci per giungere al tuo regno.

C’è un calice da bere, un pane da spezzare…
Chi ne vorrà mangiare, chi calmerà la sete
al vino del mio regno?
Il pane spezzeremo, al calice berremo
se, vinta la paura di perdere la vita
ci prenderai, Signore,
fra le tue braccia in croce.

Andate, preparate la sala posta in alto,
le lampade i tappeti, il vino nuovo e il pane:
la Pasqua dell’Agnello.
È pronto ormai, Signore: il pane il vino e l’acqua
la sala del banchetto, la croce sull’altura,
la roccia nel giardino…
e noi, Signore, per vivere con te della tua Pasqua.

“Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna”.
Qual è il cibo che perisce e quale quello che dura per la vita eterna? Una risposta, tanto facile quanto insignificante, è dire che il pane per la vita eterna è quello che il sacerdote consacra sull’altare, mentre il pane che perisce è quello che le mamme spezzano sulle tavole delle nostre case.
Risposta tanto facile quanto insignificante. […] C’è chi raccoglie i frammenti delle ostie dell’altare su cui è stata celebrata l’eucarestia, ma butta via quello della propria tavola perché secco o semplicemente perché non piace, senza percepire alcuna contraddizione. Ci sono due pani differenti, uno santo, quello dell’altare, e uno volgare, quello della tavola?
Oppure ci sono due modi differenti di vedere il pane, uno santo e l’altro empio? È la santità del pane dell’altare che rende santo il pane delle nostre tavole o viceversa? È la religione che rende santa la vita, o è la vita che rende vera la religione?”

Prima di andare a letto consigliamo (non solo per i bambini) l’ascolto della narrazione “L’ULTIMA CENA” ( Ascolta la narrazione ). La celebrazione del Vescovo Massimo sarà trasmessa alle 21.00 su Telereggio o Teletricolore.

Scarica la traccia del Giovedì Santo

Ascolta il commento

Narrazione

Canto “Servire è regnare”

Canto “Attesa della Pasqua”