Pensiero sulle letture del 7 maggio
Prima Lettura
Dalla Atti degli Apostoli (At 13,13-25)
Salpàti da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. Essi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagòga nel giorno di sabato, sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagòga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!». Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: «Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant’anni nel deserto, distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuèle. Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Sàul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant’anni. E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 88
Canterò in eterno l’amore del Signore
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza».
«La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza».
Vangelo
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
La beatitudine è uno stato di felicità. Nelle occasioni in cui Gesù utilizza questa parola è come se facesse una promessa certa, che non verrà delusa.
Sarebbe interessante andare a cercare nella Bibbia le beatitudini annunciate da Dio e che rivelano una promessa e una via verso la felicita.
Nel Vangelo di Giovanni sono due: 13, 17, che abbiamo ascoltato oggi, e 20, 29. Fermiamoci un istante sul testo di oggi: di quale beatitudine si tratta? Quale promessa contiene? Che via propone?
Gesù ha appena compiuto il gesto di lavare i piedi ai discepoli, segno di un amore che andrà fino alla fine, fino in fondo. In quel gesto troviamo che Gesù dona la vita compiendo con tutto se stesso un atto d’amore:
pensato,
desiderato,
voluto,
scelto,
messo in atto per qualcuno.
Se “un servo non è più grande del suo padrone” vuol dire che anche noi abbiamo la grazia di fare l’esperienza di Dio, anzi ci esorta a seguire il suo esempio. Oggi avremo l’opportunità di vivere il gesto di Gesù ogni istante di questo giorno se i nostri atti saranno, pensati, desiderati, voluti, scelti, vissuti per qualcuno….ecco la via. Saremo beati se sapendo queste cose le metteremo in pratica….ecco la beatitudine e la promessa.
Il cuore della promessa del Vangelo che abbiamo ascoltato sembra riguardare il coraggio di dare corpo ai desideri che lo Spirito e la Parola di Gesù suscitano in noi. Il pensiero più nobile svanisce nel nulla se non è affiancato dal coraggio di fare una scelta.
Signore ti chiediamo il dono del coraggio, per non lasciare chiusi in un cassetto i desideri di bene che hai depositato in noi.
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